La Festa ieri ha parlato di Genova e del suo futuro. Questo l'oggetto del dibattito moderato da Adriana Albini, cui ha partecipato il sindaco Marta Vincenzi, l'assessore Ranieri, il Senatore del PD Vimercati e il Sindaco di Sesto San Giovanni Oldrini.
Proprio il confronto fra le due reltà di Genova - o meglio fra quelle della zona di Sestri Ponente - Cornigliano - e di Sesto San Giovanni è stato di grandissimo interesse. In entrambi i casi si tratta di aree urbane oggetto di un forte movimento di riconversione post-industriale; per entrambe vi sono state persone che hanno sognato, progettato e messo in cantiere un nuovo volto. Questo volto lo si vede già oggi a Sesto e lo si può immaginare per quelle zone della nostra città, la quale, solo dopo aver risanato questa ferita aperta, potrà dichiarare con orgoglio di aver terminato il grande progetto di recupero iniziato con le Colombiadi. Anche a Genova, come ha sottolineato il sindaco, i disegni per la risistemazione di quelle aree non sono più idee, ma cantieri aperti. La nuova Sestri sta già prendendo forma: una zona dove mare non significa più soltanto porto, ma lavoro e quindi vita, con le grandi riparazioni navali che vi si svolgono. Un nuovo rapporto con il mare che passa anche per una nuova e migliore capacità di smaltimento dei container. Infine c’è il grande progetto degli Erzelli, un sogno di cultura e tecnologia, per il rilancio della nostra città, che, ogni giorno, muove inesorabile qualche piccolo passo in avanti. Sono questi i tanti piccoli progressi di una città che vuol cambiare pelle restando fedele a se stessa e alla sua tradizione di lavoro e sacrificio, e superare ma non cancellare le pagine di storia scritte con il sacrificio di tante persone. Memoria e futuro, memoria e speranza; la consapevolezza del passato deve sempre rimanere al centro di ogni progetto e di qualsiasi tensione verso il futuro di una città. Non è un caso se sia Sesto che Genova abbiano messo al centro del proprio percorso di rinascita la cultura (che è anche memoria) e l'innovazione (futuro per definizione).
Per questa convinzione mi è particolarmente cara un’immagine che ci hanno proposto questa sera raccontandoci di Sesto San Giovanni. Ai tempi d’oro della metalmeccanica la Breda aveva dotato i suoi stabilimenti di Sesto di un enorme carroponte, una struttura gigantesca, simbolo stesso dell’industria pesante e del duro lavoro di tanti operai. I tempi son cambiati e la Breda ha chiuso, ma il carroponte, strappato all’abbandono o alla demolizione, è oggi diventato un teatro all’aperto, punto di ritrovo per molti, per i quali andare al carroponte è qualcosa di “cool”, perchè questo simbolo dell’era industriale è oggi il centro di una nuova comunità.Il carro è sempre lo stesso, ma le comunità sono cambiate. Memoria e futuro sono quindi una formula essenziale per avere speranza immaginando la Genova di domani.