domenica 31 agosto 2008

Giorno 5 - Storia di un Carroponte

La Festa ieri ha parlato di Genova e del suo futuro. Questo l'oggetto del dibattito moderato da Adriana Albini, cui ha partecipato il sindaco Marta Vincenzi, l'assessore Ranieri, il Senatore del PD Vimercati e il Sindaco di Sesto San Giovanni Oldrini.


Proprio il confronto fra le due reltà di Genova - o meglio fra quelle della zona di Sestri Ponente - Cornigliano - e di Sesto San Giovanni è stato di grandissimo interesse. In entrambi i casi si tratta di aree urbane oggetto di un forte movimento di riconversione post-industriale; per entrambe vi sono state persone che hanno sognato, progettato e messo in cantiere un nuovo volto. Questo volto lo si vede già oggi a Sesto e lo si può immaginare per quelle zone della nostra città, la quale, solo dopo aver risanato questa ferita aperta, potrà dichiarare con orgoglio di aver terminato il grande progetto di recupero iniziato con le Colombiadi. Anche a Genova, come ha sottolineato il sindaco, i disegni per la risistemazione di quelle aree non sono più idee, ma cantieri aperti. La nuova Sestri sta già prendendo forma: una zona dove mare non significa più soltanto porto, ma lavoro e quindi vita, con le grandi riparazioni navali che vi si svolgono. Un nuovo rapporto con il mare che passa anche per una nuova e migliore capacità di smaltimento dei container. Infine c’è il grande progetto degli Erzelli, un sogno di cultura e tecnologia, per il rilancio della nostra città, che, ogni giorno, muove inesorabile qualche piccolo passo in avanti. Sono questi i tanti piccoli progressi di una città che vuol cambiare pelle restando fedele a se stessa e alla sua tradizione di lavoro e sacrificio, e superare ma non cancellare le pagine di storia scritte con il sacrificio di tante persone. Memoria e futuro, memoria e speranza; la consapevolezza del passato deve sempre rimanere al centro di ogni progetto e di qualsiasi tensione verso il futuro di una città. Non è un caso se sia Sesto che Genova abbiano messo al centro del proprio percorso di rinascita la cultura (che è anche memoria) e l'innovazione (futuro per definizione).


Per questa convinzione mi è particolarmente cara un’immagine che ci hanno proposto questa sera raccontandoci di Sesto San Giovanni. Ai tempi d’oro della metalmeccanica la Breda aveva dotato i suoi stabilimenti di Sesto di un enorme carroponte, una struttura gigantesca, simbolo stesso dell’industria pesante e del duro lavoro di tanti operai. I tempi son cambiati e la Breda ha chiuso, ma il carroponte, strappato all’abbandono o alla demolizione, è oggi diventato un teatro all’aperto, punto di ritrovo per molti, per i quali andare al carroponte è qualcosa di “cool”, perchè questo simbolo dell’era industriale è oggi il centro di una nuova comunità.Il carro è sempre lo stesso, ma le comunità sono cambiate. Memoria e futuro sono quindi una formula essenziale per avere speranza immaginando la Genova di domani.

sabato 30 agosto 2008

Giorno 4 - a Festa+ "si Fa!"

Festaunitàdemocratica è ormai entrata nel vivo.
Mentre proseguono i dibattiti - ieri sulla scuola - i ristoranti lavorano a pieno regime. La Festa si sta sviluppando poco a poco, momento per momento. La Festa si sta facendo, autentica e originale.


Ieri, al centro della Festa, c'è stato il lancio di Festa+, l'iniziativa più innovativa di quelle in programma. Festa+ è uno sturmento messo a disposizione di giovani e meno giovani per fare esperienze e imparare a conoscere più da vicino il mondo dell'arte, dell'alta tecnologia e delle più moderne comunicazioni, in una parola "la creatività". Attraverso l'incontro diretto con i protagonisti di questi mondi daremo la possibilità di ascoltare storie di successo che possano essere utile suggerimento per chi, da quelle storie e da quei mondi, è affascinato e magari pensa di potervi investire energie ed entusiasmi.

Due grandi artisti ci hanno dato la misura di cosa sarà Festa+, svelando da subito le potenzialità del progetto. Boris Vecchio, attore del teatro di innovazione e uno dei massimi esponenti del circo contemporaneo, ha dimostrato come in ogni artista vivano due elementi in perenne conflitto e complemento fra loro: l'impostazione, la regola, il marciare su binari in definitiva, impersonati nella figura dell'attore di teatro e del suo copione; la libertà, l'improvvisazione e la capacità di sintonizzarsi col pubblico e stabilire un rapporto con esso, simboleggiati dal clown. Senza svelarci trucchi del mestiere Boris ci ha mostrato come la creatività possa raggiungere i massimi livelli quando si sposa con la solidarietà, anche fuori dai confini nazionali – importante per questo la sua esperienza in marocco http://www.karacena.net/ - oppure quando si lega all'effimero, come avvenuto quando ha avuto l'occasione di costruire un grande dragone ligneo, con fatica e sudore versati da molte persone per ben 8 mesi, fin dall'inizio consapevoli che il destino di quel dragone era di essere bruciato nel corso dello spettacolo. Boris ci ha mostrato quanto le cose siano importanti mentre vengono fatte e non solo per il risultato che ottengono.
Una filosofia analoga ha animato Giorgio Li Calzi, jazz italiano di successo e all'avanguardia, che ci ha stupiti con una trailer del suo Alexander Nevskij, in cui ha "osato" sostiuire alla colonna sonora di Prokofiev, una sua personalissima rielaborazione musicale, dai suoni tanto insoliti quanto capaci di colpire e modernizzare una pellicola pur vecchia di 70 anni. Giorgio ci ha mostrato come lavorare sull'esistente per andare avanti possa essere una delle migliori formule per dare sfogo alla creatività.
Ieri con Festa+ abbiamo iniziato un cammino, destinato proprio a lavorare con l'esistente e nel suo ambito (la Festa) per elaborarne un futuro nuovo e, ad oggi, imprevedibile. Mi piace quindi lo slogan coniato dal responsabile di Festa+ Raffaele Maurici: a Festa+, non solo si può fare, "a Festa+ si fa!".

venerdì 29 agosto 2008

Giorno 3 - storie di oriente, di porto e di valli


Festaunitàdemocratica è ormai entrata nel vivo; il rodaggio sta finendo e tutto è pronto per assorbire il prevedibile massiccio afflusso di visitatori attesi per il primo week end. Week end alla Festa che si apre questa sera con l'avvio dell'attesissima Festa+, laboratorio di novità ed idee che è il vero fiore all'occhiello del programma di quest'anno.

Ieri la Festa ha dimostrato di poter soddisfare non solo tutti i palati, grazie ad un'ampia scelta di ristoranti e punti ristoro - quella era già una felice certezza - ma anche le più diverse curiosità politiche e intellettuali, con i tre diversi approfondimenti che si sono susseguiti.

Presso la Sala "Aldo Moro", si è affrontato il tema della della globalizzazione nel dibattito su "Cina Paese sconosciuto", mentre, la sera, è andato in scena il dibattito molto seguito sul porto, regia di Mario Tullo, protagonisti Marta Vincenzi e Luigi Merlo, per una volta d'accordo su tutto - o quasi - e quindi, ahimè, destinati a non fare notizia.

Infine, nello spazio raccolto e incorniciato da decine di fotografie di Genova com'era una volta del Bar La Riunda, ho potuto brindare per il lancio degli "aperitivi con..." i Municipi Genovesi. Accompagnati da un calice di prosecco, dirigenti di partito, eletti, militanti e semplici cittadini si sono confrontati per quasi due ore sulle tematiche della Valpolcevera, in modo disteso e informale. Seguiranno fino alla conclusione della Festa gli aperitivi con gli altri municipi genovesi.

Questo terzo momento di dibattito - che si aggiunge a quelli ordinari presso la Aldo Moro ogni giorno alle 18 e alle 21 - è stato fortemente voluto da Manuela Facco - responsabile dibattiti - e dal sottoscritto, per dare spazio alle numerose richieste di dibattito ricevute. Abbiamo comunque dovuto dire dei NO, che senza l'area La Riunda sarebbero stati molti di più; ma questa dolorosa selezione non può altro che rallegrarci, se vista come segno tangibile del desiderio di esserci e dell'attrattività che la Festa 2008 ha dimostrato nei confronti di tutti i protagonisti del PD.

Appuntamento questa sera alle 19 per l'avvio di Festa+!

giovedì 28 agosto 2008

Giorno 2 - via ai dibattiti!


Secondo giorno di Festa. Colori, suoni, profumi e persone si mischiano sempre più, imparando a conoscersi e a lavorare insieme. Fianco a fianco ecco il militante della prima ora, che vanta una lunga esperienza e si perde volentieri in ricordi lontani, che incantano il volontario dell'ultima ora, quello il cui impegno politico ha coinciso con la nascita del PD ed è anzi ad esso dovuto. Sono questi estremi che collaborano, senza chiedersi "eri dei nostri o eri dei loro?", il tratto più significativo della Festa, la prima del PD, una Festa che prima non c'era, o meglio era un'altra cosa, e che sa coniugare passati diversi per trarne una sintesi creativa per il futuro.

Non sono quindi casuali i temi su cui oggi abbiamo aperto i lavori nella sala dibattiti dedicata ad Aldo Moro: alle 18 il ricordo dello statista ucciso dalle BR e del suo messaggio politico, alle 21 la questione settentrionale e le proposte del PD per affrontarla senza demagogia.

Il ricordo di Aldo Moro sopravvive negli italiani per le tragedia umana della sua vita, per l'essere stato la vittima numero 1 del terrorismo e il massimo simbolo dell'Italia dilaniata dei durissimi "anni di piombo". Di Moro si ricorda la tensione verso sinistra, animata dal desiderio di impedire che la DC volgesse il suo sguardo alla destra fascista e dalla ferma convinzione che la continua segregazione e lontananza dal potere di alcune forze altamente rappresentative avrebbe portato ad inevitabili quanto pericolo derive di lotta politica extraparlamentare e destabilizzato l'intero paese. Di Aldo Moro, infine, si ricordano la tragica fine e le ultime sconfitte.

Forse però occorre soffermarsi con maggior attenzione – come ieri ha ricordato Andrea Orlando – sulle vittorie di Moro, su quelle intuizioni politiche che seppe portare avanti e mettere a frutto, a partire dalla creazione di uno scenario politico nuovo, riuscendo a ben interpretare i mutamenti profondi di una società che non era già più quella uscita dalla guerra e che necessitava di risposte nuove e uomini nuovi. Moro seppe intuire la necessità di individuare strumenti innovativi per indicare la strada e rassicurare gli italiani, consapevole che, se i moderati non trovano un modo efficace per farlo, le risposte populiste e pericolose arrivano da destra. Di Moro vorrei ricordare l'impegno a favore di una distensione fra i blocchi e per un allentamento della logica estremamente bipolare dell'epoca, ma soprattutto l'idea di un'Europa che, unita, potesse giocare un ruolo chiave come perno dell'equilibrio mondiale. Più Europa e un'Europa migliore per il bene del Pianeta; anche questo è uno dei lasciti di Aldo Moro – meno noto di certo, ma forse proprio per questo più suggestivo.

La creazione di strumenti nuovi per realizzare visioni diverse del nostro paese sono il trait d'union fra il primo dibattito e il secondo, dedicato alla questione settentrionale. "Un Nord o più Nord?", ha chiesto Simone Farello. La risposta esatta è forse che o esiste un solo Nord, con piccole sfumature interne, oppure in Italia, il paese dei campanili, di Nord ne esistono migliaia, quanti sono i comuni che ne costellano il territorio. Proprio dai comuni occorre ripartire, dai sindaci che – come ha detto Massimo Calearo – "sai chi sono e dove abitano; uomini e donne cui sei vicino e puoi dire le cose in faccia". Occorre quindi un federalismo che sia davvero foedus, patto fra le diverse realtà locali che riesca a lasciare, nella sua essenziale componente fiscale, il massimo potere impositivo al livello più vicino ai cittadini. Un rovesciamento dello slogan inglese "no taxation, without representation", che diventa oggi "no representation, without taxation" – inutile avere rappresentanti e poteri, se non dai loro una consistente libertà di manovra nella gestione delle entrate.
Anche il PD deve eseguire questa scia e quello genovese, con la scelta di lasciare il 40% del tesseramento ai circoli, ha fatto un grande passo avanti in questa direzione. Un partito federale è un partito che sa scegliere per il proprio territorio usando la propria testa. Ho apprezzato l'idea di Marta Vincenzi sull'esistenza di un Nord della rendita, uno della resistenza e un ultimo della rivolta, ancora minoritario e confinato in spazi piuttosto angusti. Saper dare risposte concrete a queste tre diverse spinte, laddove esse si manifestano, è forse la sfida più difficile e su cui il PD deve combattere una battaglia culturale nei confronti di una destra dai toni sempre più demagogici. Anche la Festa, questa Festa, è l'occasione giusta per affilare le nostre armi, la fucina giusta in cui operare per forgiare nuove idee e nuovi interpreti per una società in perenne movimento.

mercoledì 27 agosto 2008

Giorno 1 - e Festa sia!


Ieri è iniziata la prima festa del PD, che abbiamo chiamato festaunitàdemocratica.

Non vi posso nascondere un filo di emozione nel ritrovarmi responsabile di una realtà così grande, in cui così tante persone mettono a disposizione della città e del partito energie, tempo e passione.

Credo sia giusto il nome che abbiamo scelto. Guardando la realtà questa è una festa il cui corpo principale è rappresentato dalla tradizione delle Feste dell'Unità e, prima ancora, delle Settembrate e quindi era giusto riconoscere questo dato.

Ma al tempo stesso su questo, che al momento è il tronco principale della festa, si inseriscono
nuovi germogli, che consegnano pienamente questa esperienza al PD.

Non è quindi aggiunto a caso l'aggettivo “democratica”.

Quali sono i nuovi germogli che legittimano questo nuovo nome?

Il primo è la mia stessa responsabilità: il partito che ha sempre dato vita alla Festa dell'Unità ha consegnato nelle mani del PD questo che è un piccolo gioiello, accettando che, a darne il volto politico, fosse una persona proveniente dall'altra tradizione culturale. Questo gesto dimostra come ormai il PD guardi avanti e abbia superato le logiche di appartenenza e di provenienza.

Un altro segno lo troverete nei ristoranti (vero cuore della festa, non nascondiamolo) in cui, accanto a militanti che fanno da anni questa esperienza (non a caso ho scelto la foto di una di loro come immagine per il post), potrete incontrarne altri che vi si impegnano per la prima volta.

Ancora tracce di questa novità le troverete nei dibattiti, in cui presentiamo temi sicuramente insoliti per una Festa dell'Unità.

E poi c'è
Festa+. Il vero fiore all'occhiello di questa Festa.

Festa+ è il tentativo di proporre ai più giovani (ma non solo) un'esperienza di festa particolare, offrendo loro la possibilità di confrontarsi con persone che vivono nel mondo della creatività e della comunicazione e mettendo a disposizione l'opportunità per misurarsi direttamente con gli strumenti tecnici necessari per comunicare. Ai giovani che accetteranno questa proposta chiederemo di vivere e raccontare la Festa, sia quella dei dibattiti, ma soprattutto quella delle persone che la vivono da dentro e che la Festa la creano con il loro impegno.

La Festa è poi, soprattutto, l'
occasione in cui il partito si apre alla città e lo fa in piena trasparenza, mostrando i suoi pregi ed i suoi limiti, ma soprattutto mostrando il suo cuore, il cuore delle persone che la Festa la fanno, un cuore che vuole aprirsi al cuore della città.

Molti mi chiedono come andrà la Festa, io ovviamente non lo so, ma sono certo che andrà bene, se continueremo ad essere, come detto nel nostro slogan,
spinti dal cuore!

martedì 26 agosto 2008

Si parte!


Mi chiamo Raffaele Caruso, ho 35 anni. Nella vita faccio l'avvocato penalista e sono sposato con Daniela.
Sono sempre stato appassionato di politica e da alcuni anni son impegnato attivamente dapprima nella Margherita, oggi nel PD per la cui nascita mi sono sempre impegnato.
Attualmente collaboro nella segreteria provinciale con Victor Rasetto occupandomi principalmente di sicurezza, giustizia e questioni bioetiche, ma da alcuni mesi a questa parte il mio impegno è concentrato sulla Festa.
Mi è stato infatti chiesto di essere il responsabile delle prima festa del PD ed io ho aderito con entusiasmo.
In questo blog quindi vorrei portarvi giorno per giorno la mia esperienza, l'esperienza di una persona che le feste di partito le aveva sempre vissute come spettatore e che adesso si trova catapultato in questa grande scena con il desiderio di offrire un contributo per una festa in cui tutti possano sentirsi protagonisti e parte di qualcosa.
Se vorrete seguirmi in questo viaggio vi terrò aggiornati su ciò che accade, ovviamente dal mio punto di osservazione che sarò lieto di condividere e correggere con Voi.

Allora si parte!

Via alla Festa, il PD si prende in giro

da "La Repubblica Ed. Genova" del 26 agosto
Oggi in Fiera scatta la "Settembrata" del terzo millennio. Organizzata da un ex della Margherita.

Autoironia, ma anche Aldo Moro. Basterebbero questi due elementi per fotografare la situazione del Partito Democratico che questo pomeriggio apre la sua prima Festa alla Fiera del Mare. Che c'entra l'autoironia con Aldo Moro? E' proprio all'insegna della presa in giro dei maggiori esponenti del PD, da Marta Vincenzi a Claudio Burlando, lo spettacolo che Enrique Balbontin, Andrea Ceccon e Master Flan metteranno in scena (a partire dalla 20:30) nella sala dei dibattiti, intitolata proprio allo statista democristiano ucciso dalla Brigate Rosse. Nel frattempo, sarà tutto già aperto: i sette ristoranti, i diciotto punti ristoro, la libreria e il nuovo "Spazio+", il campus dedicato ai ragazzi.

E' l'esordio assoluto di un uomo dell'ex Margherita alla guida di una Festa dell'Unità, pur nella sua accezione di "festaunitàdemocratica". Raffaele Caruso, 35 anni, avvocato con profonde radici cattoliche, si trova da oggi a svolgere il ruolo che fu di personaggi mitici del Pci come Renato Penzo, come Michele Bartolozzi. Emozionato?

"E' una macchina grossa, da far spavento: ventimila metri quadri, mille volontari, trecento ospiti per i dibattiti. La cosa più bella, per ora, è gestire questa sovrabbondanza: ho dovuto dire dei no, ho cercato di motivare al meglio l'impossibilità di concedere spazi a tutti, ma quel che mi ha colpito è l'effervescenza di questa città, dove tantissimi soggetti vogliono esprimersi. L'altro dato bellissimo, immediato, è il rapporto con i volontari, gente che crede nel nuovo partito, gente che ci mette la faccia e si toglie le ferie per lavorare gratis".

Ma moltissimi volontari vengono dalle file dell'ex DS e alla testa della macchina trovano un ex margherito. Tutto tranquillo?

"C'è un partito nuovo e questa è la prima festa del Partito Democratico. Una festa che nasce sul tronco delle vecchie feste dell'Unità e su quel tronco ci sono tantissimi germoglio nuovi. La mia presenza, evidentemente, dà spazio ad uno di quei germogli. Ma la struttura della festa – quel mix tra ristoranti, dibattiti, volontariato, stimoli politici ed economici – è quella che tutti conosciamo. Ci abbiamo voluto aggiungere questa "Festa+", un campus dove i ragazzi possono mettersi in gioco, studiare nuove esperienze, crescere anche professionalmente".

Questa sera, allo "Scalo", Spazio giovani, primi due concerti gratuiti:alle 21 Dindo&the lab, alle 22:30 Kiaroots&Sista Ljuba: il primo unisce il suo progetto solista al laboratorio musicale di Marco Fossati, le seconde sono una reggae dj e la corista dei genovesi Senzadread.

martedì 5 agosto 2008

Si chiamerà solo "Festa"

da "La Repubblica-Il Lavoro" del 24 luglio 2008 - di Raffaele Niri

Sarà un avvocato (penalista) trentacinquenne, con profonde radici nell´Azione Cattolica e un presente lettiano, che fino allo scorso anno andava (volentieri, ma da ospite) alle settembrate a mangiare frittelle e ad assistere ai dibattiti, il nuovo coordinatore della Festa dell´Unità. Che, del resto, non si chiamerà neanche così: si chiamerà "La Festa" e solo nelle coccarde che - come da tradizione - verranno appiccicate all´ingresso, ci sarà la scritta "Festa Unità Democratica".

Aria nuova in cucina e non solo per la scelta del giovane
Raffaele Caruso - estrazione cattolica, con l´esordio nell´ultima Democrazia Cristiana - per il ruolo che fu di personaggi mitici della macchina comunista come Renato Penzo o Michele Bartolozzi: la Festa (che si svolgerà, di nuovo sotto la tensostruttura della Marina della Fiera dal 26 agosto al 14 settembre) proverà a riflettere età e speranze della nuova classe dirigente (dal segretario Victor Rasetto al capogruppo in Comune Simone Farello, dal responsabile regionale della immagine Simone Mazzucca a quello della comunicazione del Pd genovese Raffaele Maurici, tutti sui trent´anni o poco più).
Così la novità centrale della Festa sarà un campus che, tra l´altro, rilancerà su grandi schermi - con l´aiuto di uno studio televisivo - la vita quotidiana dei volontari. Ma guai a chiamarlo "Grande Fratello rosso": è la Festa che si racconta, giorno dopo giorno, e fa emergere, come spiega
Maurici «le storie personali, le radici dei singoli, l´autenticità della militanza: il Partito Democratico è fatto di persone in carne e ossa, che hanno un passato da difendere e speranze proiettate sul futuro. Di questo vogliamo parlare».

Zero polemiche sul nome della Festa (a Bologna sono rimasti al nome di sempre, Festa dell´Unità, a Roma si chiamerà "Ciao, bella", a Reggio Emilia "FestaReggio", a La Spezia come a Genova), il tema centrale, in questi giorni nella sede di piazza De Marini, è quello dei contenuti. Spiega il nuovo coordinatore,
Raffaele Caruso: «La Festa è un avvenimento popolare, una tradizione radicata: è la parte più sana del partito, quella sempre e comunque inattaccabile, che si impegna in prima persona, per settimane. E´ la passione, la voglia, il cuore: l´impegno a fare politica. Ebbene, cercheremo di raccontare questo cuore, usando le tecnologie ma facendo leva sulle nostre radici».

L´idea nuova si chiama "Campus": un gruppo di persone che si incontra a metà pomeriggio, approfondisce il tema del dibattito della sera, produce materiali insieme, poi insieme cena, va al dibattito e dà il suo contributo. Tutto questo viene raccontato, anche dietro le quinte e parallelamente uno studio televisivo (e anche in questo caso si tratta di un´esperienza formativa) racconta i ragazzi del Campus e quelli che, da sempre, preparano frittelle. Poi, intorno, ristoranti e attrazioni di sempre: perché la festa dell´Unità potrà anche cambiar nome, ma è come la Nutella, guai a cambiare un solo ingrediente ad un prodotto vincente.

lunedì 4 agosto 2008

La campagna di comunicazione della festa

Presentazione della Campagna di Comunicazione della festa da parte del responsabile comunicazione Raffaele Maurici:

Il 4 agosto prende avvio la campagna di comunicazione della festa provinciale del Partito Democratico di Genova. Sarà una campagna "sulla strada", attraverserà la città con i mezzi di trasporto pubblico e per tre settimane colorerà le pensiline delle fermate degli autobus, spot radiofonici saranno rivolti in modo specifico al pubblico più giovane.
L'idea portante della campagna è la ricerca delle dimensioni dell’autenticità e della sensibilità nell’impegno sociale e politico.
Per questo si propone di sottolineare l’accezione popolare della festa, rimarcandone l'elemento del contatto umano e il sentimento di empatia verso l’altro che ne può nascere.
Da qui la scelta di un linguaggio piano, con chiari riferimenti agli occhi e al cuore, per comunicare un bisogno di autenticità e di sentimento, alla ricerca di un sentire comune su cui poter fondare le proprie scelte. Tutto ciò in alternativa a quel linguaggio fatto di calcoli tattici, logiche di schieramento e di appartenenza assai concettuali in cui così spesso ricade il discorso politico italiano.
Lo slogan “spinti dal cuore” evoca direttamente questo messaggio di ricerca di autenticità.
Lo slogan “negli occhi di chi la guarda” aggiunge un elemento importante presente nel nuovo format di fruizione della festa: la centralità del punto di vista del visitatore.
La scelta delle immagini richiama l’immediatezza e l’autenticità dell’infanzia, e ne evoca l’energia e la capacità di contatto umano.