domenica 7 settembre 2008

Giorno 12 - contro un ottimismo declinato al passato

Prosegue il trend positivo di affluenza a Festaunitàdemocratica.
Anche ieri sera mercatino, ristoranti e ristori sono stati presi d'assalto dai moltissimi visitatori. Peccato solo per il black out elettrico che ha oscurato una parte delle Festa per un po' di tempo, creando qualche problema e tuttavia un'insolita atmosfera.
Il controverso tema del federalismo fiscale è stato affrontato alle 18 da una nutrita schiera di amministratori locali, mentre i circoli del Levante genovese hanno incontrato gli assessori Margini e Pissarello nell'ambito degli "aperitivi con…" al Bar La Riunda.

Si parla di Partito Democratico alla Festa.
Lo si è fatto ogni giorno dall'inizio della Festa, ma ieri sera alle 21 il "dialogo sul PD" era il titolo dell'incontro con l'ex ministro Beppe Fioroni e il governatore Claudio Burlando. Avrebbe potuto essere un'occasione per poter mettere in risalto le differenze fra ex e valorizzare la diversità di anime che compongono il PD, è stato al contrario un momento di unità e di tensione verso il futuro. Tutti d'accordo con il Fioroni-pensiero: il PD e i suoi protagonisti – innanzitutto la sua classe dirigente – devono smetterla di vivere di ricordi. Un bambino di 10 mesi non può vivere di ricordi, ma di futuro. Declinare l'ottimismo al passato significa vivere di un ricordo che troppo presto si muterà in rimpianto per qualcosa che non c'è più. Bisogna quindi contrastare quello spaesamento che colpisce soprattutto la classe dirigente e riuscire – a tutti livelli – nella difficile e splendida impresa di elaborare la gioia di aver costruito un grande partito, quale è – anche se troppo spesso lo dimentichiamo – il Partito Democratico.Con lo stesso atteggiamento va affrontata la questione della collocazione europea – come ha giustamente osservato il Presidente Burlando: dobbiamo ripartire dalle esperienze del socialismo europeo e ripensarle per aprirle ai tanti che, anche in Europa, sono preoccupati dalla deriva a destra del PPE. Occorre una forza riformista che sappia conservare il meglio del socialismo, superandolo.

Infine un passaggio sulla scuola. La preoccupazione per la scuola italiana si percepisce forte e soffocante alla Festa. Dibattiti dai temi più diversi – federalismo fiscale, cultura, innovazione, spiritualità e altri – hanno finito per lanciare un grido di dolore e di allarme per un'istituzione che rischia di affondare, ammazzando il futuro dei nostri bambini e quindi del Paese. La nostra scuola primaria era prima riconosciuta fra le migliori al mondo: gli annunciati tagli di 87.000 insegnanti e 40.000 bidelli vanno ben oltre la capacità di copertura offerta dall'istituzione del maestro unico, che potrà raggiungere i 20.000 posti. Oltre ci sono solo classi enormi, l'inevitabile chiusura di alcuni istituti e l'asfissia per tutti. Ha detto bene Brulando ieri sera: il centrodestra vinse nel 2001 con le tre "i", una di queste era "inglese", con insegnanti madrelingua in tutte le scuole. Ora siamo al maestro unico: non bisogna aggiungere altro.

Un paese che non investe in scuola, università e ricerca è un paese che non guarda al futuro, che potrà declinare l'ottimismo soltanto al passato, vivendo di rimpianti fino al giorno in cui non gli resterà che piangere. Il PD ha il dovere morale di rispondere a questa strategia e prepararsi da subito a prendere il timone quando verrà il momento.
La foto di oggi è dedicata al Sig. Pileggi, 90 anni, sarto in pensione, che ogni giorno è all'ingresso della Festa per distribuire le coccarde.

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