martedì 2 settembre 2008

Giorno 7 - Politica: una mano tesa all'ascolto della realtà?


So che non è elegante che io dedichi un post al dibattito che ho organizzato; so che non è “politicamente corretto”; so che non è rispettoso per gli altri dibattiti (a cominciare proprio da quello di ieri sull'acqua, in cui la tematica è stata affrontata in modo competente ed interessante).
Ma se tacessi sul dibattito di ieri sera dovrei tacere sullo spirito con cui io ho accostato la Festa e con cui la Festa è stata in buona parte pensata, non solo da me, ma da molti di quelli che l'hanno realizzata.
Il titolo era “La politica di fronte alla dimensione interiore dell'uomo”. Relatori Andrea Grillo, teologo, Maurizio Maggiani, scrittore, Luca Borzani, Presidente della Fondazione Cultura ed io a moderare.
L'idea era quella che la politica, per una sera, facesse un passo indietro e si ponesse all'ascolto della realtà, una realtà particolare, quale è quella dell'interiorità, che forse alcuni faticano addirittura a definire come una realtà.
Ed invece la speranza si è realizzata ed i relatori sono riusciti ad inquadrare al meglio il tema:
l'interiorità è una sfera personale che presuppone l'altro, che è definita dall'altro e che nell'altro trova il suo ossigeno. L'uomo non ha senso se non è relazione e quelle correnti del liberalismo che hanno invece sottolineato l'interiorità come separazione hanno ormai esaurito la loro spinta e fallito nei loro obiettivi.
Mi fermo qui a raccontare il dibattito perché non sono capace a riportare le emozioni che ogni relatore ha suscitato. Si è parlato della paura, della “libertà da”, della “libertà per” sottolineando la difficoltà di trovare quel qualcosa per cui essere liberi. Si è parlato della crisi della politica, della sua perdita di credibilità, della difficoltà dei politici di essere quel che dicono.
Forse mi sono illuso e forse mi sto illudendo. Ma ieri ho visto una politica umile ascoltare chi aveva qualcosa di autentico da dire. E ieri sera siamo tornati a casa con la convinzione che l'uomo ha bisogno dell'altro uomo e che in questa relazione sta la possibilità per l'uomo di essere felice.

Credo che in questa capacità di ascolto ci sia il germe di una speranza. La speranza che la politica torni ad occuparsi del vero e dell'autentico delle persone.
Ed il fatto che ieri sia stato il dibattito più seguito tra quelli che ci sono stati finora, mi dice che forse quella speranza darà i suoi frutti.
Dipende da noi.
Alla prossima.
PS: fotografia di testa di Alberto Carmagnani.

1 commento:

Unknown ha detto...

UN MONACO: IL FASCINO CHE SFUGGE DELL'INTERIORITA'

La tutela dell’interiorità è diventato il primo obiettivo culturale e politico. Thomas Merton, un monaco che ha molto riflettuto sull’impegno politico, scriveva così circa il risveglio del proprio io profondo: “Innanzitutto ricomponi i frammenti della tua esistenza distratta in modo tale che quando dici “io” ci sia veramente una persona reale a sostenere il pronome che hai pronunciato. Rifletti, qualche volta, sul fatto inquietante che la maggior parte delle tue esternazioni di opinioni, gusti, azioni, desideri, speranza e timori, sono affermazioni su qualcuno che non è presente. Quando dici: “io penso”, spesso non sei tu che pensi, bensì “loro”, è l’autorità anonima della collettività che parla attraverso la tua maschera. Quando dici “voglio”, a volte non stai facendo altro che un gesto automatico di accettazione, pagando per giunta per ciò che ti viene imposto. Vale a dire, tu cerchi di ottenere ciò che sei stato indotto a volere”. Il risveglio esige silenzio, solitudine, attenzione