domenica 14 settembre 2008

Giorno 19 - Piove, governo...


Penultimo giorno di Festa ieri ed ecco arrivare una pioggia scrosciante a spazzar via l'estate e a creare il fuggi fuggi generale dalla Fiera.
Nella Sala Aldo Moro si parla di Europa, dei grandi temi dell'agenda politica del continente e di quelli nazionali legati all'Unione. A dibattere sono due Parlamentari Europei del PD, Donata Gottardi e Gianluca Susta, e Guido Montani Presidente del Movimento Federalista Europeo, introdotti da Antonello Carè del PD Genova e moderati da Carlotta Gualco direttrice del Centro in Europa.

L'Europa è attraversata da una grave crisi dovuta al recente "no" irlandese al Trattato di Lisbona, che, a sua volta, è un ripiego dopo i "no" di Francia e Olanda nel 2005 alla Costituzione Europea. Questi rifiuti originano tuttavia da quel gravissimo deficit di informazione e di correttezza nell'informazione che porta ad attribuire all'Europa colpe che essa non ha e ad inserire nell'agenda di quelle che dovrebbero essere consultazioni europee (siano esse referendum o elezioni per il PE) temi assolutamente nazionali.
Donata Gottardi racconta un episodio eclatante di disinformazione: alcuni mesi fa il Consiglio d'Europa (organizzazione diversa dall'Unione Europea e che comprende 46 paesi), espresse allarme per la politica italiana del Ministro Maroni su rom e sinti. Alla sera il TG1 dedicò alla notizia un lungo servizo usando come sfondo le immagini interne ed esterne del Parlamento Europeo di Strasburgo, un'istituzione diversa, che ha una sede diversa. Stesso errore fece il Corriere il giorno seguente.
A questo si aggiunge il ben noto fenomeno efficacemente sintetizzato nello slogan: i governi tendono a nazionalizzare i successi dell'Europa e a comunitarizzare i propri fallimenti.

Non si possono tuttavia restringere i problemi dell'Europa a quelli legati al deficit di informazione. Resta il fatto che i cittadini europei stanno vivendo una fase di crisi identitaria, in cui non riescono più a vedere nell'Unione quell'elemento centrale per la sicurezza, la ricchezza ed il progresso del continente, che è stata per decenni. Per ricostruire questa consapevolezza occorre passare da un'Europa pur sempre economico-centrica ad un'Europa molto più attenta alla dimensione politica e soprattutto a quella sociale.

Infine è inevitabile un riferimento alla riforma delle legge elettorale per le europee. Entrambi i parlamentari si dicono fermamente contrari ad uno sbarramento al 5%, individuando nel 3% la soglia massima. Non ignorano che nella stragrande maggioranza degli altri paesi lo sbarramento è teoricamente al 5% e nei fatti molto spesso assai più alto, fino al 15-20%, ma ritengono l'Italia, per storia e tradizioni, un caso diverso, cui applicare soluzioni differenti.

Più complesso il discorso sul tema delle preferenze. Susta è chiaro e fermo nel dire che non condivide le proposte del PD sul punto. Questo perché il sistema delle preferenze deve essere effettivo. La campagna elettorale per il Parlamento Europeo è molto costosa: se i partiti non garantiscono parità nelle spese dei singoli candidati è ovvio che vinca chi ha più soldi e si fa pubblicità sui giornali e in tv. Inoltre, in certe zone d'Italia, la preferenza può non essere così trasparente e democratica come in altre. La lista bloccata, se accompagnato da un efficace sistema di selezione delle candidature da parte del partito, può invece essere la soluzione giusta. Mantenere la legge attuale, che prevede tre preferenze in collegi grandi, sarebbe, secondo entrambi i parlamentari, la soluzione migliore; per la Gottardi anche perché il sistema vigente consente alle donne di emergere assai di più.

Dopo cena è stata la volta dell'atteso dibattito sul welfare, in cui Livia Turco ha discusso della difficilissima situazione di tutto il settore con la stessa Donata Gottardi, Roberta Papi, assessore del Comune di Genova e Claudio Montaldo, assessore regionale alla sanità, moderati da Manuela Facco dell'esecutivo del PD di Genova. Né è emerso un quadro drammatico, in cui il governo agisce con la sola mentalità del taglio, orizzontale e indiscriminato, finendo per penalizzare i più deboli. Quando è arrivato il diluvio la battuta è stata facile: piove governo ladro; ladro di salute, ladro di pensioni, ladro di sicurezza sociale.

Il dibattito sul welfare è stato l'ultimo di questa prima edizione della Festa del PD. Proprio un piccolo bilancio è quello con cui ha aperto Manuela Facco, responsabile dei dibatti della Festa.
La Festa ha abbracciato in questi venti giorni tantissimi temi dell'agenda politica, spaziando da una dimensione prevalentemente locale ai grandi argomenti del mondo moderno. Tutti, nessuno escluso, hanno registrato una buona partecipazione di pubblico, con numerosi casi in cui abbiamo avuto un vero e proprio pienone.
Non posso che ringraziare quanti hanno reso possibile l'organizzazione di questi fondamentali momenti, e in particolare proprio Manuela che di essi si è fatta il maggior carico. I dibattiti sono stati la prova di quanta voglia di partecipazione e di approfondimento politico ci sia nel popolo del PD, desiderio che speriamo di avere almeno in parte soddisfatto con il nostro impegno per una Festa che fosse anche e soprattutto, una festa della politica.
PS: l'immagine di oggi è dedicata a Rosanna Stifano (a sinistra) e Hira Grossi, che hanno organizzato i concerti serali a "lo Scalo - spazio giovani", altro pezzo fondamentale di questa nostra grande Festa.

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