lunedì 15 settembre 2008

Giorno 20 - la Festa si è chiusa. Spinta da un cuore nuovo

Si è chiusa ieri Festaunitàdemocratica, la prima Festa del PD di Genova.
Come ho detto nel mio discorso conclusivo, questo evento è il più grande regalo che i DS abbiano fatto al Partito Democratico.
Una Festa che è stata un grande successo, sotto tutti i punti di vista.
Una Festa che abbiamo sentito davvero spinta da un cuore nuovo.
Sarà tempo di bilanci fra poco e li condividerò con voi, nella speranza di ricevere le vostre impressioni, i vostri commenti e le vostre proposte per una Festa 2009 che conservi il meglio di quella appena conclusa, migliorando tutto quello su cui si può e si deve ancora lavorare. Per questo il blog sarà attivo per alcuni giorni ancora, affinchè la fase di riflessione post-Festa sia più fruttuosa che mai.
Era ieri con noi a chiudere questa maratona di tre settimane Piero Fassino, uno degli uomini cui più dobbiamo essere riconoscenti del lavoro svolto per la nascita del PD. Lo abbiamo introdotto Victor ed io, lasciandogli presto il palco, per l'intervista pubblica del direttore del Secolo XIX Lanfranco Vaccari.
Fassino ha rivendicato l'originalità del processo che ha portato al PD: congressi democratici, che hanno stabilito il passaggio dai partiti generanti al nuovo, poi la ricerca degli aderenti, che ha preceduto la vera e propria costituzione del partito ed anzi ne è stata il presupposto. Il PD è un partito che è nato, democraticamente, prima nei suoi aderenti che negli organismi. Vi sono altri modi originali di far nascere un partito, ad esempio dal predellino di una macchina, ma noi possiamo rivendicare un metodo trasparente, democratico e partecipato, che ci viene invidiato in Europa e nel mondo. Il 33% raccolto alle elezioni, pur partendo da una posizione molto difficile, la dice lunga su quanto forte e credibile sia stata la nostra operazione. 33% è un bacino elettorale enorme. Solo 5 partiti in Europa hanno raccolto percentuali così alte. Il PD, quanto più sarà grande, tanto più sarà in grado di rappresentare la società che vuole guidare.

Per ogni nascita ci vogliono due soggetti e due volontà generanti. Il bambino che nasce, all'inizio della sua esistenza, è sempre poco indipendente, poco autonomo e poco diverso dai genitori; solo crescendo conquista una sua totale terzietà. Per il PD vale lo stesso discorso: è evidente che, essendo nato dalle volontà di DS e Margherita, contaminate dal fondamentale contributo degli esponenti della società civile, il partito risente e non è ancora del tutto terzo rispetto ai partiti fondatori. Questo perché costruire un partito è un processo, non una reazione istantanea.
Siccome il PD non è né una caserma, né un partito-azienda di stampo padronale è inevitabile che vi siano al suo interno differenze di visioni e opinioni, riassumibili però assai più con la parola "pluralismo" che con il termine "correnti". L'importante è che si arrivi ad una sintesi democratica fra posizioni divergenti.
Il PD, secondo Fassino, ha un lungo futuro davanti a se, futuro nel quale il leader si dice fiducioso e, per motivare questa sua convinzione, si affida ad un esempio pratico, che tutti noi viviamo ogni giorno senza accorgercene. Nei suoi tanti incontri post-elettorali con i militanti, Fassino ha ascoltato tantissime critiche, non personali, ma al PD: sulla scelta delle alleanze, dei candidati, del programma, ecc… tante voci che si lamentavano della tardività con cui si era dato vita al nuovo partito. Tuttavia non una voce si è mai levata per dire: "abbiamo perso perché è nato il PD; sarebbe meglio tornare indietro".
Anche nel pretendere un ruolo più incisivo all'opposizione c'è decisamente troppa enfasi. In quale democrazia al mondo cinque mesi dopo l'elezioni il partito di governo è in profonda crisi mentre il partito sconfitto alle elezioni è prontissimo alla rivincita? Anche creare un'opposizione efficace è un processo politico e i processi non sono la somma di eventi, ma esattamente il contrario, gli eventi sono conseguenza ed effetto dei processi. Al termine di questo processo il PD dovrà acquistare la maggiore credibilità che deriva dall'accompagnare sempre fermi "NO" alle proposte del governo con "SI" e "COME" altrettanto fermi e precisi.
Anche sulla questione generazionale si è esagerato. Il ricambio è in atto: a tutti i livelli il PD ha dirigenti di partito ed eletti nelle istituzioni che appartengono ad una nuova generazione e Genova non fa eccezione. Al tempo stesso bisogna essere convinti che dirigenti o amministratori non ci si improvvisa; la politica infatti non è un mestiere, ma necessita comunque di professionalità e competenza.
Il dibattito è proseguito toccandi temi quali il dialogo fra maggioranza ed opposizion, la scuola, la legge elettorale – nazionale ed europea e l'economia. Non mi è qui possibile ripercorrere tutte le tappe dell'appassionato intervento, che mi propongo di illustrare integralmente in seguito. La conclusione della serata è riservata ad un duro attacco al doppio volto del governo. E' vero che i sondaggi dicono che i primi 100 giorni del Governo sono stati apprezzatti e che la luna di miele prosegue. Ma il successo nei sondaggi è dovuto alla strategia dell'annuncio assai più che alla forza dei fatti. L'azione del Governo è infatti fondato su due verità: la verità demogogica, che di vero non ha nulla, ma viene inculcata ai cittadini, e la dura realtà dei fatti e delle cifre, che inchioda Governo e maggioranza alle proprie responsabilità ed incapacità. Al PD il compito di far emergere e trionfare l'unica verità esistente.
Spesso in questi giorni, ed anche in queste ultime righe, abbiamo respirato un aria greve, di tristezza per le sorti del nostro Paese e di timore per il suo destino. Questo può averci intristito, ma proprio alla Festa ognuno di noi ha certamente potuto trovare impegno, calore, solidarietà e tanti, tanti sorrisi.
Per questo voglio chiudere l'ultimo racconto di questo Diario con l'immagine più semplice e bella del mondo: quella di un sorriso.

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