sabato 13 settembre 2008

Giorno 18 - liberiamo i nani

E’ sera alla Festa quando sul palco della sala Aldo Moro arriva Giovanna Melandri, applaudita da un vasto pubblico. La scena sarà sua per tutta la sera, in cui affronterà, col piglio e la grinta che la contraddistinguono, tanti temi forti dell’agenda politica nazionale.

Al pomeriggio invece aperitivo con la Bassa Val Bisogno e un interessante dibattito dall’insolito titolo: “politiche familiari: una strada per Lisbona”. Ad introdurre l’argomento e i relatori è Lorenzo Basso, consigliere regionale della Liguria, che spiega i motivi dietro la scelta del titolo: la famiglia e l’Europa (la Lisbona del titolo si riferisce alla strategia di Lisbona dell’Unione Europea) sono la comunità più piccola e quella più grande, in questo momento accomunate da una preoccupante crisi identitaria. Particolarmente vero il discorso per quanto riguarda l’Italia: paese tradizionalmente legato al progetto di un’Europa unita e pluriidentitaria e basato su un solido sistema familiare, ma che oggi si scopre in crisi sia nel suo europeismo, che nella gestione delle dinamiche familiari. La domanda che Basso affida ai relatori è questa: lo Stato oggi deve avere ancora il compito di riconoscere la famiglia come luogo sociale, tutelarla e investire su di essa?

Paolo Pezzana - Presidente Federazione Senza fissa dimora-Caritas Italiana - incentra il suo intervento su un postulato ed un’ipotesi. Il primo si riassume così: principale funzione delle istituzioni è assicurare ai cittadini possibilità reali di benessere comune. L’ipotesi è invece la seguente: il benessere si sviluppa con processi di relazione e la politica deve fare scelte per perseguirlo, scelte che possono variare a seconda dei tempie dei luoghi. Saldatura fra buone leggi e buona amministrazione è il riformismo. In Occidente è proprio la capacità della politica di sviluppare quei processi che creano benessere ad essere in crisi.
Europa e famiglia condividono elementi essenziali: in entrambe la solidarietà è una dimensione generativa, entrambe sono proiettate nel futuro e si fondano su riconoscimento, dialogo ed accoglienza.
Pezzana si lancia quindi in una coinvolgente metafora: l’Europa e la famiglia sono come nanetti da giardino, poste da ornamento ad un altro insieme di scelte da parte di una politica che pensa ad altro e pensa in piccolo. Allora, come esiste il Fronte di Liberazione dei nani da giardino, Pezzana invita a liberare questi sette nani e li presenta ad uno ad uno, estraendo fisicamente dalla borsa i pupazzi dei sette nani della figlia e lanciandoli al pubblico in segno di liberazione:
- Eolo: il potenziale economico di famiglia e Europa, da reinventare attorno al concetto di famiglia come produttrice di ricchezza e non solo come consumatrice; occorre incentivare (mediante retribuzione) il lavoro in casa di uno dei genitori e introdurre percorsi veri di reinserimento nel lavoro per chi se n’è allontanato per prendersi cura dei figli. Per questa azione solo l’Europa rappresenta la dimensione giusta, l’unica a poter lottare contro lo sconcertante dato per cui il 28% delle famiglie con due figli è a rischio povertà.
- Dotto: bisogna liberarsi da briglie formali nel parlare della famiglia e arrivare al cuore del problema, magari elaborando uno statuto comune delle famiglie europee.
- Cucciolo: è il potenziale generativo e creativo. Se non viene sostenuta la natalità non c’è futuro; l’Italia spende il 4,8% del PIL per interessi sul debito, esattamente la stessa cifra che la Francia investe nelle politiche per la famiglia.
- Gongolo: solidarietà dell’Europa e della famiglia. Oggi la solidarietà è corta, breve e chiusa. Occorre valorizzare il lavoro in famiglia e quello nel 3° settore.
- Mammolo: è il potenziale partecipativo. Proposta provocatoria di Pezzana: perché non riconoscere voto ai minori attribuendolo alle mamme?
- Pisolo: è il potenziale pacifico e di sicurezza. Strade su cui l’Europa sta tornando indietro, sviluppando una mentalità che, applicata alla vita familiare significherebbe che la famiglia è in pace quando c’è un papà autoritario che tiene tutti buoni ed è sicura se riesce a costruire una barriera attorno a se per tenere lontani gli altri. C’è invece bisogno di fraternità, la sorella minore della libertà e dell’uguaglianza, dimenticata nella costruzione degli stati moderni. La fraternità è permette di scoprirsi diversi fra uguali.
- Brontolo: è la voce critica, che mai deve mancare perché sta alla base di ogni resistenza e di ogni idea di futuro.
Manca naturalmente Biancaneve, che è la politica: il bacio popolare la può svegliare e restituirla a quel castello che è la società civile. Un ambizioso finale di questa metafora vede il PD come il principe azzurro che risveglia Biancaneve e la conduce al castello. Un secondo finale vede invece nel PD l’ottavo nano, Brancolo, che giace addormentato. Tutti sperano si possa rialzare, baciare Biancaneve egli stesso e ricondurla al castello.

La parola passa quindi ad Andrea Sarubbi, deputato del PD e giornalista. Parla di Cucciolo, di natalità. Un tempo gli europei erano il 28% della popolazione mondiale, oggi sono meno del 15%. L’età media degli europei nel ‘50 era 29 anni, oggi 38, nel 2050 49 anni.
Questa regressione demografica è però forte soprattutto in Italia e Spagna, assai meno nei paesi Scandinavi, nel Regno Unito o in Francia.
Siccome mettere al mondo dei figli è una scelta individuale di rilevanza pubblica è necessario modificare il rapporto costi/benefici fra fare un figlio e non farlo. In Francia, se si hanno già due figli, il terzo “conviene”, grazie ad una precisa politica fiscale favorevole alle famiglie numerose. Per quale ragione se compro un telefonino per il lavoro posso detrarre la spesa, mentre se acquisto pannolini questo non mi è possibile?
Il problema della denatalità è legato a scelte politiche e non a convinzioni religiose: si prenda l’esempio della Francia, dove ci sono più bambini, ma i divorzi e i gli aborti sono più che in Italia. La Francia destina il 12% della spesa sociale alle politiche per la famiglia, l’Italia il 4%. In Francia alla donna che mette al mondo il terzo figlio lo stato eroga 750 euro al mese per un anno e la tassazione usa il sistema del quoziente familiare. Inoltre i giovani entrano prima nel mondo del lavoro e hanno maggior mobilità.
L’Italia di oggi non offre grandi prospettive a Cucciolo, il governo nulla ha fatto. Il PD ha proposto una dote fiscale per bambino di 2500 euro (variabile in funzione del reddito), la detraibilità degli affitti e quella dei mutui al 23%; nonché il varo di un vero piano-casa che possa sgonfiare l’emergenza prezzi del mercato immobiliare.
Nel frattempo la maggioranza governo, composta da tanti “paladini della famiglia”, osserva e fa altro, mentre i nani restano in gabbia e Brancolo è ancora un po’ intorpidito.

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