lunedì 29 settembre 2008

Post Finale - Negli occhi di chi la guarda



Il mio pensiero finale su questa Festa è innanzitutto denso di gratitudine per chi ha permesso che ci fosse. La Festa è il gioiello che i DS hanno regalato al PD e che non hanno avuto paura di mettere nelle mani di chi, come me, proviene da un'altra storia. E’ il Partito Democratico a farci oggi affermare serenamente che noi non guardiamo più al nostro essere ex Margherita, ex DS o ex estranei ai partiti. Oggi noi guardiamo a cosa è il PD.

Sarebbe bello poter coronare questo passaggio con un segno che renda chiaro come dalla migliore tradizione di una delle nostre storie siano già nate una nuova storia ed una nuova tradizione. Sarebbe bello poter regalare a ciascun volontario uno scudetto di stoffa, che poco vale in termini economici, ma che molto potrebbe significare in termini simbolici.

E’ una nuova storia quella delle feste del PD ed una nuova identità quella che sta maturando.
Non sono la persona più credibile per esprimere quanto sto per scrivere, ma per me la Festa è stata bellissima, un'esperienza fantastica.
LA FESTA E' NEGLI OCCHI DI CHI LA GUARDA.
Credo allora di avere anche io il diritto di dire come l'ho vista e di raccontare con stupore la bellezza degli incontri. La Festa è incontro:
- incontro prima di tutto con chi questa Festa la rende possibile - quei 1000 volontari cui deve andare il nostro applauso;
- incontro con un partito che qui si apre alla città;
- incontro con la città, che qui arriva ogni sera a cercare confronto e attimi di serenità, portando con se uno spaccato autentico di quel che è.
La Festa è incontro; è stare insieme; è un'atmosfera magica che si crea tra persone consapevoli di partecipare ad un medesimo progetto. Quella magia la trovate nelle cucine, nelle sale, nei ristori, nei bar, nel magazzino. La trovate mista alla stanchezza e alle lamentele biascicate verso un governo ladro ed un partito che a volte sembra non ascoltare, ma che, di anno in anno, fa ritrovare qui quelle persone.
La Festa sa dire molto ed ha detto molte cose.
36 dibattiti e 18 incontri abbiamo organizzato e a tutti hanno partecipato tante persone. Anche per questo motivo la Festa è stata un successo politico.
Se dovessi indicare l’allarme più evidente, fra i tanti che la Festa ha saputo esprimere, sceglierei senza esitazione quello sulla scuola. In tanti dibattiti dedicati ai temi più vari si è sempre finiti a parlare di scuola e delle preoccupazioni che l'azione di questo governo suscita. Di scuola mi hanno parlato tanti volontari, con il pensiero rivolto ai loro figli e nipoti.
Il PD ha raccolto questa voce che è salita dalla Festa e, quando ancora la Festa era in corso, Victor, insieme ai tanti che hanno a cuore il futuro dei nostri bambini, ha dato il via ad un'iniziativa che nei prossimi giorni prenderà corpo e farà sentire la nostra voce sul tema. Perché vogliamo – e dobbiamo - essere vicini a chi da questa modifica della scuola elementare subirà danni che potrebbero divenire pesantissimi.
A mio avviso la Festa ha tuttavia detto molto di più: ha raccontato di un'identità che si sta formando e che sta prendendo corpo dall'incontro tra le persone.
Questa Festa ha messo in luce quanto il Partito Democratico abbia chiaro che la propria identità trova il suo cuore nell'apertura agli altri, nella capacità di parlare di un “noi” che è il naturale compimento di ogni “io”.
Nell'apertura all'altro c'è la radice del PD e l'elemento distintivo da questa destra che ci vorrebbe chiusi nelle nostre case, intenti solo a realizzare successi economici e a difendere le nostre sicurezze.
Noi sappiamo che non è così, perché sappiamo che, solo aprendoci all'altro, realizzeremo noi stessi e riusciremo a crescere come città e come Paese. Ancora una volta è la Festa ad insegnarci questo stile.
Io perciò credo che, da domani, noi saremo chiamati a portare lo spirito della Festa nelle nostre vite, perchè la Festa siamo noi e quindi la Festa non può restare confinata alla Fiera del Mare.

La Festa è la nostra capacità di guardare il cuore, di ascoltare il cuore, di aprire il nostro cuore. Da domani noi dovremo tornare a fare politica facendoci semplicemente spingere dal cuore. Sarà facile allora dare ascolto alle persone, ai loro problemi e alle loro difficoltà.

Domani riprendono le scuole per migliaia di bambini genovesi. Se sapremo ascoltare il cuore sarà semplice comunicare alle loro famiglie la nostra sincera preoccupazione, che potrà far nascere una mobilitazione capace di cambiare questa triste prospettiva.

E allora la Festa si chiude, ma non si chiude la nostra capacità di essere l'anima della Festa.
Domani, in ogni parte della città, ci saranno tanti pezzetti di Festa chiamati a guardare la realtà e pronti ad alzarsi e a smettere di lamentarsi. Tanti saranno i pezzetti di Festa pronti come non mai ad ascoltare di nuovo il battito del proprio cuore, quella passione che fa vivere un progetto, quel calore che può nascere soltanto da ogni incontro, da ogni contatto, da ogni stretta di mano.

Mi dispiace non avere saputo fare di più, non essere riuscito a stringere tutte le mani di chi ha dato vita alla Festa, ma sono felice che questa Festa mi abbia un po' assomigliato ed abbia avuto un po' di quest'entusiasmo che tutti voi avete saputo regalarmi.

Arrivederci alla prossima Festa ed arrivederci alla Festa cui sapremo dare vita con il nostro impegno e con la nostra passione.
Grazie,
Raffaele

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